Paura, manipolazione, insicurezze e ipocrisia: il “gender" non c'entra ma fa comodo

Si sta avvicinando il momento del rientro a scuola e si profilano già i segnali di nuove recrudescenze del fenomeno “nogender”. Riprendono le conferenze “informative”, edulcorata definizione di deviazione e manipolazione delle informazioni, si riaccendono gli animati dibattiti politichesi, si consolidano le demarcazioni tra chi è pro e chi è contro, si propongono referendum/raccolte firme/anatemi/untorelli.

Ma chi la sta facendo da padrona è la new entry: le scuole parentali. Se l'istruzione è un obbligo sancito dallo Stato italiano, la modalità con cui realizzarla è invece libera. In ambito cattolico, e non solo, da molto tempo ci sono le scuole private che, percependo sovvenzioni dallo Stato (e quindi private non sono poi tanto), accolgono decine di migliaia di studenti/studentesse di ogni ordine e grado (dalle elementari all'università). In queste scuole e università ovviamente le materie sono improntate a una lettura cattolica dei loro contenuti, nel caso delle scuole gestite da cattolici.

La scuola pubblica, che dovrebbe essere laica, è comunque controllata dalla Chiesa, che impone non solo l'insegnamento della religione (variamente definito ai giorni nostri, con insegnanti proposti dalla curie e non lasciando spazio a insegnanti di altre religioni), ma addirittura si obbliga l'esibizione dei simboli cristiani.

Le scuole parentali, che non sono certo una novità, adesso solo l'ultima moda dei cattolici integralisti che non vogliono che i/le loro figl* ascoltino gli/le eretic* che parlano di gender, di lgbt, di sesso e di affettività. Condannano la legge sulla “Buona Scuola” adducendo argomentazioni errate sull'introduzione dei “temi gender” e attivando raccolte firme per “bloccare” l'avanzata dell'ideologia gender nelle scuole. Si precipitano a deplorare ogni espressione di libertà e autodeterminazione, affermando che ognun* può fare quel che vuole, ma non davanti ai/alle bambin*.

Riprendono, dopo la loro brevissima pausa estiva in cui sono peraltro rimasti attivissimi nel tessere la trama dell'odio e della violenza contro le donne e le persone lgbt (per rimanere solo su queste categorie), i loro incontri/conferenze sulla vituperata “ideologia gender”, che da parte di alcun* pensator* e attivist* si sta recuperando e si stanno realizzando affermazioni di riappropriazione.

In questo osceno scenario, la cacofonia è intenzionale, ciò che si palesa è l'intenzionale attivazione del clima del terrore. Ne scaturisce la paura che non tanto e non solo gli/le indecis* stanno esprimendo su tutto ciò che aleggia intorno al “tema gender”, ma che avviluppa soprattutto i genitori cattolici.

La scelta dell'oggetto di protezione da parte degli integralisti, e ovviamente di tutta quella pletora di politicanti fascio-razzisti e opportunistico-neoliberisti, è stata attuata con scienza e coscienza. I bambini e le bambine. Sono loro gli involontari protagonisti di tutto quello che sta accadendo sulle loro teste. Loro che ancora non possono scegliere e che comunque si ritrovano a subire. Subiscono la visione di due persone dello stesso sesso che si baciano? Subiscono la visione dei consultori e degli ospedali in cui si prende la pillola e si abortisce? Subiscono i libri in cui si narra di amore e accoglimento? Subiscono la visione di coppie in cui i/le partner sono di colore diverso? Subiscono l'educazione in cui si danno i rudimenti di una protezione dalle gravidanze indesiderate e dalle malattie sessualmente trasmissibili? Subiscono la spiegazione dell'anatomia umana, compresa la parte relativa ai genitali e alla loro funzione?

Ebbene no, perché innanzitutto, come dai decaloghi che imperversano in internet, ovviamente un genitore che faccia frequentare ai propri figl* una scuola pubblica può chiedere l'esenzione da programmi extracurriculari (come ahinoi sono appunto l'educazione sessuale  all'afffettività, ma anche l'educazione contro la disparità di genere, la violenza di genere), e inoltre perché nelle loro scuole religiosissime possono decidere il da farsi, fermo restando che poi i loro figli sono comunque in adolescenza preda delle tempeste ormonali, possono anche essere omosessuali (non perché in adolescenza può capitare che si abbiano approcci homosex, ma proprio perché è il loro orientamento e magari devono reprimerlo), avere un'identità di genere diversa dal sesso biologico, possono rimanere incinta, si masturbano provando magari persino piacere, e così via.

Tutto questo perché qualcun* gliel'ha inoculato? Non proprio, visto che quello che stanno tentando di spacciare per “ideologia gender” è invece tutt'altro e anzi parte dall'idea di cogliere le infinite diversità di ognun*.

Le loro conferenze/incontri sono una squallida sequela di imprecisioni e intenzionali e deliberate false informazioni, che mirano a manipolare le idee delle persone che partecipano come astanti alle loro rappresentazioni psicodrammatiche.

La paura che ingenerano, frutto di secoli di esercizio dell'oppressione e della repressione a cui si sono allenati per controllare e sottomettere le donne, le persone lgbti e ogni soggetto ritenuto strano, diverso, folle, è la loro cifra stilistica. È il modo attraverso cui demonizzano il diverso, tacitano la libera espressione, reprimono la naturale definizione di sé.

Trasformano il loro pensiero e le loro convinzioni in elementi naturali, la famiglia, l'eterosessismo, il perbenismo. Il processo della naturalizzazione è quello che consente loro di affondare le presunte radici della condizione da loro accettata come l'unica possibile e percepibile. L'ambiente, la storia e la società sono dei burattini nelle loro abili mani da burattinai che da secoli confondono, mistificano, alterano.

I/le figl*, che so' piezz'e core, sono la giustificazione della loro recente crociata. Sono il fulcro ingannevole delle loro preoccupazioni. E tutt* coloro che accorrono alle loro sceneggiate si lasciano sedurre dall'idea centrale di questa grande battaglia mistificatoria, che in realtà parla di “gender”, ma che sottintende sesso, classe, genere, razza.

I/le bambin* dunque sono quello che si potrebbe definire il “referente assente” (concetto desunto dalla linguistica, ma che è molto noto alle teorie ecofemministe animaliste) in cui appunto si parla di bambini e bambine , ma che in realtà, non sono presenti. Sono solo la rappresentazione alterata dell'idea che loro hanno di bambini e bambine. Anzi sono addirittura le sagome di un'idea di infanzia che oramai molti studi scientifici hanno demolito. I/le bambin* non sono delle tabule rase, non sono delle scatole vuote, non sono dei pupazzi di peluche, sono soggetti in carne ed ossa che hanno sensazioni, emozioni, pensieri e idee.

Ma che importa ai loro genitori pre-occupati di infondere loro la verità inossidabile di una religione monoteista in cui dio è un uomo bianco, occidentale, e addirittura vendicativo. Un dio che è ritenuto aver creato l'uomo a sua immagine e somiglianza e che insemina le donne senza neppure toccarle. Un dio che decide della vita e della morte, che ha i suoi vicari in terra che sono ovviamente custodi di una perdurante costrizione alla virtù, unica via per il paradiso.

Quel paradiso che proprio l'uomo, in quanto maschio, ha distrutto con le guerre, l'inquinamento, lo sfruttamento delle risorse e delle popolazioni, la sottomissione delle donne, de* folli, delle persone lgbti e degli animali nonumani.


Di cosa e di chi dunque dovrebbero aver paura i bambini e le bambine?

Comitata Giordana Bruna