E’ IL TEMPO DEI DIRITTI NON DELL’ODIO
Le religioni dovrebbero essere il nutrimento, o parte del nutrimento, del cosiddetto spirito ma da sempre esprimono lati di prepotenza e violenza verso chi non ha la stessa fede o non ha fede affatto.
Si pensava che il tempo dell’Inquisizione fosse materia per libri e romanzi storici ma evidentemente ci si sbagliava. L’attacco della Chiesa cattolica, messo in atto attraverso “professori, giornalisti, psicologi, intellettuali vari”, tutti difensori della “famiglia naturale” contro la teoria del “gender”, ossia contro le persone omosessuali e transessuali, si sta dispiegando su molti fronti.
Sale e cinema parrocchiali, spazi concessi da istituzioni locali compiacenti anche a gruppi integralisti assieme all’estrema destra, piazze concesse alle “Sentinelle in piedi” e blindate dalle forze dell’ordine, martellanti interventi sui media e in rete e, soprattutto, una presenza costante nelle scuole sono segnali evidenti della paura della perdita di un potere sulle coscienze che la Chiesa, e in generale le religioni, vorrebbero assoluto.
Si attaccano così non solo i diritti propri di uno Stato laico, spesso conquistati a fatica (lo stupro fino a non molti anni fa era considerato un delitto contro la morale e non contro la persona), ma intere comunità di persone, le donne innanzitutto, i bambini e le bambine, le persone omosessuali e transessuali, e in generale chi non vive secondo i dettami della Chiesa. Negli anni ’70 le donne hanno conquistato il diritto a divorziare e ad interrompere legalmente la gravidanza attraverso la vittoria di referendum popolari, ottenuta anche col voto delle donne cattoliche, che morivano, come le altre, sui tavoli delle mammane.
Ora è tempo di altri diritti, sanciti tra l’altro da leggi precise in gran parte dei Paesi europei.
Ma la Chiesa non si rassegna all’avanzata dei diritti civili e all’affermazione delle libertà individuali, soprattutto per quanto riguarda le donne e le persone omosessuali e transessuali.
Le pressioni della Chiesa sulla politica a livello nazionale e sulle amministrazioni locali, la difesa della famiglia “naturale”, la crociata contro l’aborto e la pillola del giorno dopo, la propaganda sui “metodi contraccettivi naturali” e via dicendo mirano a chiudere gli spazi di libertà e di autodeterminazione: i consultori pubblici, che si riducono sempre di più; la possibilità di avere assistenza adeguata nelle strutture ospedaliere per l’interruzione di gravidanza, per il grande numero di medici “obiettori”; l’educazione sessuale nelle scuole; l’educazione alla convivenza multietnica e alla comprensione dell’altro.
In Italia, grazie all’influenza cattolica, non esiste ancora una legge sulle “unioni civili” né è previsto il reato di omo/transfobia, cioè dei crimini ispirati da odio contro le persone omosessuali e transessuali, spesso purtroppo vittime di episodi di bullismo, violenza, emarginazione. Le proposte di legge però ci sono e l’Europa spinge perché vengano approvate.
Sarebbe un passo avanti verso la laicità non solo delle istituzioni, ancora fortemente infiltrate di moralismo cattolico, ma verso una cultura diversa, di rispetto dell’altro.
Nessuno vieta ai credenti di costruire “famiglie naturali” (tra l’altro purtroppo spesso teatro di violenza e sopraffazione), né di seguire metodi contraccettivi “naturali”, né di andare in chiesa o mandare i figli a catechismo.
Ora è tempo di altri diritti, che non vanno a ledere nessun diritto acquisito, quindi perché tanto odio in persone che si dicono religiose?
Comitata Giordana Bruna